#NONSEISOLA

SOSTEGNO A DISTANZA 📱 IN VIDEOCHIAMATA

Maternità spezzate e risvolti psicologici

Infertilità, gravidanza biochimica, interruzione di gravidanza, aborto, morte in utero ed assenza di maternità sono tutti eventi che portano a vivere una genitorialità spezzata.

Infertilità

L’infertilità e la difficoltà nel raggiugere una gravidanza (con eventuale sostegno delle tecniche di procreazione medicalmente assistita) sono il primo step che porta la donna e la coppia a scontrarsi con una genitorialità differente da quella immaginata e sperata.
Ci si scontra con l’impotenza e la frustrazione di non avere la completa gestione del concepimento.
Si affrontano sfide fisiche e mentali parecchio dolorose che minacciano l’equilibrio personale e relazionale.

Gravidanza biochimica

Si parla di gravidanza biochimica quando qualche giorno dopo l’impianto lo sviluppo dell’embrione si ferma. Psicologicamente però, sebbene il tempo sia stato cortissimo, la mente aveva accolto l’idea di aver avuto un successo nel concepimento. Emotivamente si erano già avviate tutte le emozioni connesse alla gravidanza.
Scoprire la biochimica porta all’interruzione violenta ed improvvisa di tutte queste emozioni e di tutti i pensieri connessi alla maternità.

Aborto e poliabortività

Si parla di aborto quando si ha un lutto entro, genericamente, la ventesima settimana di gestazione. Scoprire l’aborto è un evento traumatico per la donna e per la coppia. Ci si trova a fare i conti con qualcosa che si percepisce come più grande di sé ed impossibile da controllare.
Proprio sulla mancanza di controllo si orientano i pensieri: come mai è successo? Ho fatto qualcosa di sbagliato? Avrei dovuto fare diversamente? Mi merito questa tragedia?
La verità è che un controllo totale non lo si ha mai. Nessuno si merita questo e nessuno fa nulla di sbagliato per meritarselo.

Morte in utero

Si parla di morte in utero quando si ha un lutto dopo, genericamente, la ventesima settimana di gestazione.
In questo caso la gravidanza avanzata aveva portato la donna a sentirsi “fuori pericolo”. La morte in utero arriva come una tragedia a spezzare la vita della mamma e della coppia.
La sofferenza diventa un grido fortissimo. La paura un’emozione immensa.

Assenza di maternità

Diversi sono i motivi per cui una donna può doversi scontrare con l’assenza di maternità indesiderata. Molto spesso questi motivi riguardano problematiche di salute e patologie ginecologiche importanti.
In questi casi ci si trova di fronte alla porta chiusa. Una porta che obbliga a lasciare fuori tutti i propri sogni, i propri desideri e i propri progetti.

Vivere il lutto

In tutti questi casi la sensazione può essere quella di aver vissuto una perdita o un forte cambiamento nella propria persona e nella propria vita.
Effettivamente la perdita c’è. Non è soltanto la perdita fisica di proprio figlio ma può essere anche la perdita di un’immagine mentale, la perdita di un forte desiderio, la perdita di un’idea, la perdita di un progetto di vita.
Tutto questo può riflettersi nella sensazione di aver perso una parte di sé.

Cosa si può fare? Curarsi di sé. Sembra banale, sembra semplice eppure è davvero l’unica cosa da fare. Curarsi della propria persona, della propria coppia, della propria vita.
Non si dimentica, non si cancella, non si annulla. Ma si può costruire attorno a quella perdita tutto il resto!

Maternità spezzate

Perché “spezzate”? Perché è così che ci si sente: rotte, a pezzi, in frantumi.
Ci si sente e in un primo momento effettivamente lo si è. Poi pian piano quei pezzi si cercano di raccogliere, di ritrovare, di riconoscere. Si impara (anche perché non si ha altra scelta) a ricostruire, a curare, a ricucire. Trovando una forma diversa, non migliore né peggiore ma semplicemente nuova.

Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *