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Sofferenza invisibile: la sensazione di sentirsi intrappolati

Si parla di sofferenza invisibile quando è presente un dolore (fisico o mentale) che non è oggettivamente visibile ad occhio nudo esterno.
Una delle sensazioni più comuni a livello emotivo e mentale riguarda la sensazione di essere intrappolati ed incatenati all’interno del proprio corpo, della propria pelle o della propria mente.
Sebbene è una sensazione molto comune in chi soffre, è anche molto difficile da descrivere o da spiegare esternamente.
Vediamo insieme quattro delle principali catene che fanno percepire questo stato d’animo.

Intrappolati in un corpo che non funziona come dovebbe funzionare

La prima possbile catena è la sensazione di essere intrappolati in un corpo che non funziona bene. Potrebbe essere a causa di una malattia fisica, a causa di una difficoltà corporea o a causa di un dolore del corpo.
In tutti questi casi la percezione psicologica è quella di non riconoscere più il proprio corpo. Il rischio maggiore è quello di entrare in una sorta di guerra o di battaglia interiore che però non porta ad alcun risultato: entrare in guerra con il tuo corpo significa entrare in guerra con te stesso e una guerra contro te stesso è sicuramente una guerra fallimentare.

Intrappolati in sacrifici e limiti che si è obbligati ad affrontare

La seconda catena invisibile che si può incontrare quando si soffre riguarda il sentirsi intrappolati dai limiti e dai confini con cui si è obbligati a convivere.
Per esempio: essere limitati nei movimenti, non riuscire a svolgere il proprio lavoro, dover seguire diete rigorose, non poter uscire ecc…
Riuscire ad accogliere e accettare “serenamente” i necessari cambiamenti che la vita impone non è per nulla facile e scontato. Spesso devono essere riviste priorità e abitudini per poter anche solo sopravvivere e restare a galla.

Intrappolati in una continua attesa che le cose possano migliorare

La terza possibile catena riguarda i momenti di attesa.
Spesso quando si sta soffrendo sono presenti momenti di stallo in cui l’unica cosa possibile da fare è aspettare.
In tutti questi momenti ci si sente psicologicamente fermi e la sensazione è di non avere controllo della situazione.
Aspettare  è sempre un’azione emotivamente molto complessa, a maggior ragione quando si aspetta che le cose possano migliorare.
Il consiglio in questi casi è sempre quello di provare a riempire per quanto possibile questi momenti. Riempirli con il resto delle cose che appartengono alla propria vita per ricordarsi che si esiste anche oltre alla sofferenza.

Intrappolati in scadenze temporali che non senti come tue

Infine troviamo l’ultima catena ovvero la catena delle scadenze temporali.
Quando si soffre il tempo scorre diversamente: a volte sembra non passare mai, a volte sembra andare fin troppo velocemente.
Spesso si è obbligati a rimanere in certi confini temporali che non si sentono come propri e che non si vorrebbero rispettare. Eppure non c’è altra scelta.
Tutto questo può portare a sentirsi intrappolati e vincolati in un tempo diverso dal tempo proprio e personale.

Prenditi cura di te

Soffrire di una sofferenza invisibile è complicato e difficile non solo fisicamente ma anche emotivamente.
Ci si scontra con tanti cambiamenti e si è obbligati ad adattarsi ad una vita differente da quella immaginata e desiderata.
Sentirsi in trappola o in catene è molto comune ma l’obiettivo deve essere quello di riconoscere queste catene per provare almeno a renderle meno strette e meno pesanti possibile.

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